Aspetta e Spera
di Pietro Grava e Marta Martinelli
con Pietro Grava
regia di Marta Martinelli
grafiche e scenografie di Luigi Grava
costumi di Mirella Salvischiani
con la partecipazione di Giacomo Occhi
Mario, un signore anziano, è in attesa alla pensilina dell’autobus.
In questo spazio sospeso, Mario attende un cambiamento, un evento che possa liberarlo dal suo stato di immobilità e, come in un sogno, si trova a rivivere il proprio passato: l’infanzia, l’innamoramento, il dolore, il cambiamento.
Questo viaggio dona nuova dignità ad una vita che sembrava trascorsa senza lasciare un segno, ma che, a ben guardare, ha costituito la formazione di un uomo. Vivo.
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Nel rispetto della tradizione della clownerie, Pietro Grava dà vita a una serie di gag comiche
e momenti di pura fisicità, in cui l’umorismo si fonde con la riflessione sull’attesa, tipica della
condizione umana.
"The everyday, or the commonplace, is the most basic and richest artistic category. Although it seems familiar, it is always surprising and new. But at the same time, there is an openness that permits people to recognize what is there in the picture, because they have already seen something like it somewhere. So the everyday is a space in which meanings accumulate, but it's pictorial realization that carries the meanings into the realm of the pleasurable.”
Jeff Wall
“Il quotidiano, o l'ordinario, è la categoria artistica più ricca ed essenziale. Sebbene sembri famigliare, è sempre nuova e sorprendente. Allo stesso tempo, c'è un'apertura che permette alle persone di riconoscere ciò che c'è nell'immagine, perché hanno già visto qualcosa di simile da qualche parte. Così il quotidiano è uno spazio in cui i significati si accumulano, ma è la sua realizzazione figurativa che porta questi significati dentro il regno della piacevolezza.”​





